Il teatro del Minturno
Il maestoso Teatro Romano fu costruito verso il I sec. d.C. Diviso nei tre settori caratteristici (scaena, orchestra, cavea), aveva una capacità di poste a sedere per oltre 4 mila spettatori. Nel periodo estivo, si apre la stagione teatrale ricca di spettacoli, inaugurata per la prima volta nell’agosto del 1960 dall’attrice Emma Gramatica, protagonista de “Le troiane” di Euripide.

  • Il teatro del Minturno
  • Il golfo di Gaeta
  • Gaeta
  • L'abbazia di Montecassino
  • Il castello di Ausonia

Il Golfo di Gaeta
Il Golfo di Gaeta, nella parte meridionale della Provincia di Latina, costituisce l'ultimo tratto della Riviera di Ulisse, prima del confine con la Campania. La costa bassa e piatta per chilometri, diventa qui movimentata in quanto i monti Ausoni e Aurunci - propaggini dell'Appennino centrale - si affacciano sul mare. Fino a Gaeta la costa è alta e varia e le spiagge, le calette, le piccole baie che si vedono percorrendo la strada panoramica S.S. 213 Flacca, sono, in ogni stagione, una piacevole sorpresa. La montagna è coperta di macchia mediterranea, a volte un po' brulla, a volte rigogliosa e risplendente, come in primavera. Il mare ti accompagna sempre e le Isole Pontine ti seguono all'orizzonte come sentinelle, vicinissime o appena visibili a seconda del tempo e della stagione. I monti Aurunci si spingono a mare formando la penisoletta di Gaeta, poi rientrano per far spazio ad un'ampia insenatura e, arretrando ancor più, delimitano la pianura del Garigliano.

L’abbazia di Montecassino
Sorta sui resti  di due templi dedicati a Giove e ad Apollo e un presidio romano, l'Abbazia di Montecassino deve la sua fondazione a San Benedetto. Attorno al 529, egli gettò le fondamenta della casa per i monaci e dei due oratori l'uno vicino alla casa, l'altro sulla cima del monte, dove poi sarebbe sorta la basilica. 
La santità della vita di Benedetto e dei suoi seguaci ne fece un centro religioso di gran richiamo, dove la preghiera si univa con lo studio e il lavoro manuale. La fondazione dell'abbazia favorì nel corso del secolo VI, e in quelli a seguire, lo sviluppo urbanistico della zona, dandole floridezza e benessere economico, secondo quella particolare tendenza che caratterizzò in Italia gli insediamenti sorti per la presenza e l'impulso dei primi centri monastici.
Distrutto dall'invasione longobarda, il primo monastero risorse quando i benedettini tornarono a Montecassino da Roma,  intorno al 720. Già nel secolo VIII l'abbazia si affermava come importante centro di cultura e Paolo Diacono vi fondava uno scriptorium, dove furono trascritte molte opere antiche e che divenne uno dei principali centri di diffusione della scrittura beneventana.
Dopo un periodo d’abbandono per le distruzioni inferte dai Saraceni, il monastero cominciò a rifiorire per opera dell'abate Aligerno e del papa Vittore III, raggiungendo il massimo splendore sotto l'abate Desiderio, che nella seconda metà del secolo XI fece ricostruire il complesso monastico dotandolo di una grande basilica, consacrata nel 1071. Alla grandiosa opera di ricostruzione furono chiamati architetti lombardi e amalfitani oltre a pittori provenienti da Bisanzio. La presenza e l'attività di questi ultimi a Montecassino sono all'origine della scuola cassinese di pittura, sviluppatasi appunto nel corso del secolo XI e documentata tra l'altro dagli affreschi che decorano la chiesa di S. Angelo in Formis della seconda metà del sec. XI.
L'abbazia occupò una posizione primaria nell'ordine e nella Chiesa fino al 1349, allorché fu gravemente danneggiata da un terremoto che aprì un lungo periodo di decadenza. Ricostruita dal secolo XVI al secolo XVIII, accolse nel suo ultimo aspetto caratteri del tardo Rinascimento ma nel prosieguo dei lavori si configurò come monumento architettonico dell'età barocca. 
Dopo la totale distruzione avvenuta il 15 febbraio 1944 per effetto dei bombardamenti anglo-americani dovuti ad una decisione affrettata dei comandi, erroneamente convinti che il monastero fosse stato trasformato in un caposaldo tedesco, una complessa opera di riedificazione ha ridato all'abbazia l'aspetto originario, secondo la sua pianta rettangolare aperta sul disegno dei tre chiostri, dei secoli XVI e XVIII, con la grandiosa basilica a tre navate, secondo il progetto originale.
Nel 1950 sono state ritrovate le reliquie di San Benedetto e di Santa Scolastica, ora sistemate nell'altare maggiore. Pressoché integra si è conservata la cripta, decorata nel 1913 dagli artisti della scuola tedesca di Beuron.
L'abbazia conserva tuttora la sua famosa biblioteca, pur gravemente compromessa dalle distruzioni belliche: del ricchissimo patrimonio, frutto di un immenso lavoro culturale, oggi si conservano ancora oltre 1.000 codici, 40.000 pergamene e tutto il fondo delle opere a stampa con 250 incunaboli.
Il primo documento ufficiale del volgare nostrano, conservato nella biblioteca di Montecassino,  è del 960. Si tratta del cosiddetto "Placito Capuano", un atto giudiziario nel quale tre testimoni garantivano l'appartenenza di certe terre al Monastero di Montecassino con la seguente formula: "SAO KO KELLE TERRE, PER KELLE FINI QUE KI CONTENE, TRENTA ANNI LE POSSETTE PARTE SANCTI BENEDICTI" (So che quelle terre, con quei confini che qui si descrivono, le possedette trenta anni l'ordine di San Benedetto).
La biblioteca è stata dichiarata monumento nazionale e rientra nel novero delle biblioteche pubbliche statali. Inoltre, all'interno dell'Abbazia, è visitabile un interessante museo, dove vengono conservate numerose opere e reperti di grande pregio e valore, tra cui: manoscritti, libri, disegni e stampe; resti della Basilica, reperti etruschi e di arte romana; statuette lignee, vasi ellenici, etruschi e italici; pitture e sculture benedettine, ricami e merletti.

Ausonia
Il nome medioevale del comune era Fratte, l'attuale riprende quello dell'antica città preromana Ausona, anche detta Aurunca, distrutta durante la Seconda guerra sannitica nel 314 a.C. , e mai più ricostruita. La popolazione e composta da circa 2163 abitanti.
L'antica Ausona faceva parte della Pentapoli Aurunca. I Romani assoggettarono queste terre, per stabilire il loro dominio, distrussero infatti durante la Guerra Latina le città facenti parte di questa federazione. Aurunca alleata dei Capuani, venne distrutta dai Romani nel 314 a.C. e ricostruita subito dopo. Si hanno le prime tracce del villaggio denominato Fratte in alcuni documenti del XI secolo conservati nell'Abbazia di Montecassino. Negli anni a seguire fu feudo dei Caetani Colonna e Carafa. Storia recente è la distruzione che durante la seconda guerra mondiale il Comune di Ausonia ha subito, trovandosi sulla linea del fronte.
Alla fine della guerra come altri paesi dell’ attuale comunità montana, Ausonia ha subito pesanti perdite demografiche dovute all’emigrazione, il cui fenomeno ha avuto arresto quasi totale negli ultimi anni del 1970 (grazie all'industrializzazione dei territori del Cassinate). Particolare importanza ha il santuario della Madonna del Piano (o delle Fratte), eretto nel sec. XV su una struttura del XII.
La sua edificazione si deve all'apparizione della Madonna ad una pastorella del luogo di nome Remigarda, il 23 Aprile del 1100. Si narra che la Madonna abbia indicato alla fanciulla il luogo in cui doveva essere edificata la Chiesa, luogo dove un tempo sorgeva un tempio pagano. Accanto al santuario sorgono le rovine dell'antico battistero distrutto dall'ultima guerra e probabili resti dell'antica Aurunca.

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