Sperimentare i sapori del laboratorio “Alla Vecchia Fattoria” vuol dire immergersi nei profumi di un paesaggio, di una cultura, di una storia.
Veduta di Formia
Il Golfo di Gaeta
Il torrione del Castello di Mola
Il porto turistico
Riportiamo la testimonianza dello scrittore Claudio Matteis per descivere la cittadina così come era un tempo, un po’ perduta nelle scie della modernità globalizzante: “ho sempre vissuto in questa città. L'ho spiata con occhi scrutatori e l'ho attraversata a qualsiasi ora. So dei suoi clamori e di tanti donne e uomini di cui ho potuto intravedere la storia e le passioni.
Di questo paese città che aveva i bar di notte. Dove si fermavano i camionisti per un caffè per il viaggio. Mentre il vento d'inverno faceva ondeggiare il lampione centrale sulla strada. Un cono di luce sui palazzi.
E le sere di fine Carnevale: una coppia scendeva lungo la strada principale, silenziosissima e senza dar retta a nessuno. Davano l'impressione che dietro la maschera avessero adottato nuove identità:
l'uomo di essere donna, la donna di essere uomo.
Ma questo è solo un forse. Il titolo è un gioco linguistico: uno stesso modo ma con tempi diversi. Un passato e un presente. Come uno scambio sul filo della propria memoria. Per chi è del posto sono cose risapute, ma non per questo poco importanti.”.
“Quasi in ogni scorcio, ecco apparire in mirabile fusione la curva dei monti sullo sfondo, le facciate dei palazzi in bugnato e frontoni, litorali alberati e pescherecci alla fonda. Il tutto in un lento e gradevolissimo contrappunto. Alla morbida cresta appenninica rispondeva la concava darsena; alla vetta del monte Redentore, la cuspide di un campanile; alla placida spiaggia, le esili palafitte di un lido balneare”.
segue: » La storia di Formia
» Formia nella memoria
La storia di Formia
Formia e dintorni
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